
Anna Premoli, l’economista che scriveva romanzi d’amore
17 Marzo 2021
parole di @ale_theia
Per molti quelle di economista e di scrittrice di romanzi rosa potrebbero sembrare due vite tanto diverse da essere tra loro incompatibili. Da un lato i numeri, dall’altro i sentimenti. Eppure, paradossalmente, non c’è niente di così oscillante e di dipendente dagli umori quanto le borse e le azioni, e alla fine l’amore potrebbe a modo suo esser visto anche come una sorta di equazione, o una formula se non matematica, sicuramente magica.
Che un colpo di fulmine segua o meno le leggi dell’aritmetica, Anna Premoli, al secolo Ana Kuhtic, ha in sé le due anime, e di entrambe ha fatto professioni che porta avanti con successo, senza che l’una escluda l’altra e senza doverle sacrificare, perché perfettamente compatibili – sì, anche con una famiglia. Anche se, come lei stessa si definisce, di professione è economista, mentre scrittrice lo è diventata per caso, complice il marito che ha creduto tanto in lei da autopubblicarle i primi romanzi. Notati dalla casa editrice Newton Compton, uno dei due appena un anno dopo ha vinto il Premio Bancarella – quello che nella prima edizione del 1953 vinse Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway, per intenderci. In questo caso possiamo dire che sia il talento che l’amore sono una scommessa?
Come ci racconta Premoli, si trattava di “due romanzi la cui finalità non era assolutamente finire in mano altrui”, ma semplicemente un modo per sfogarsi ed esprimersi nel tempo libero e, ribadisce, se non fosse stato per il marito informatico appassionato di e-book con cui sta dagli anni del liceo, non avrebbero mai visto la luce. Quattordici romanzi dopo, di cui l’ultimo, “Tutto a posto tranne l’amore”, è appena stato pubblicato, possiamo dire che quel per caso assomigli più a un destino fatto da quasi un milione di copie vendute. Nonostante tutto, Premoli continua a definirsi incredula e forse parte del suo successo sta proprio in questa meraviglia che lei stessa prova dopo aver concluso la stesura di ogni nuovo manoscritto, in cui i personaggi, dice, è come se prendessero vita e le raccontassero la propria storia. Che si tratti di uomini e donne in carriera nel fiore dei trent’anni, di mariti e mogli che tornano ad amarsi dopo aver chiesto il divorzio, di studenti universitari alle prese con i crediti formativi.
Qualsiasi sia l’età, la città o l’estrazione sociale dei protagonisti, la cosa che tutti questi romanzi hanno in comune, oltre alla parola amore portata in copertina dal terzo romanzo in poi per scelta di continuità da parte dell’editore e a modo suo dichiarazione programmatica e promessa, è il lieto fine. Da non confondere con un “e vissero per sempre felici e contenti” che sarebbe poco realistico, ogni finale corrisponde alla risoluzione positiva di un ciclo aperto in ciascun romanzo. Come spiega Premoli, non per forza deve coincidere con una coppia, perché l’importante è stare bene, ma qualora lo fosse corrisponde per lei a un dirsi ‘io e te ci siamo finalmente compresi e capiti’. “Mi piace l’idea che due caratteri spesso differenti e sfaccettati siano riusciti a trovare una quadra per andare d’accordo e dividere pezzi di vita”. Poi, nella vita vera, tutto è fatto non solo di incastri, ma anche di molta pazienza e di cura verso l’altro, perché in amore non vince chi fugge, ma chi resta.
Ogni libro è per Premoli l’occasione di scoprire e analizzare punti di vista diversi dai suoi, nodi emotivi e relazionali che possono aiutare sia chi scrive, sia chi legge, ad affrontare meglio i rapporti nella vita quotidiana. Per me, ad esempio, in mancanza di una sorella più grande, i romanzi d’amore sono sempre stati un buon modo per ricevere una sorta di educazione sentimentale andata di pari passo con le mie esperienze. Eppure, c’è sempre stato un ingiusto pregiudizio storico che ha sempre svalutato i cosiddetti “romanzi rosa”, considerati spesso di serie b. “A me questo tipo di polemiche non interessa,” risponde la scrittrice, che racconta di come abbia anche molti lettori uomini, anche se risulti per loro più difficile trovare il coraggio di scriverle, forse a causa dei ruoli che ci impone la società. “Noi donne abbiamo conquistato molte libertà, e sono gli uomini a trovarsi maggiormente ingabbiati rispetto a un tempo. Oggi per fortuna, con le nuove generazioni le cose stanno cambiando e i romanzi d’amore stanno assumendo anche altre tinte.”
L’intervista integrale ad Anna Premoli è disponibile sulla pagina Spreaker di Frames.