
Marzio Toniolo: per viaggiare basta un PO
17 Agosto 2021
Nella scorsa puntata di Frames vi abbiamo promesso che avremmo parlato di viaggio, e lo facciamo con una di quelle persone che sono riuscite a declinare questo concetto in tanti e splendidi modi diversi.
Marzio Toniolo, classe 1984, è nato a Ponte dell’Olio, in provincia di Piacenza, e dopo l’infanzia è cresciuto in Sardegna con la famiglia. Tornato in Lombardia nel 2015, nel 2020 si è trovato insieme a moglie, figlia, genitori e nonno nell’epicentro della pandemia italiana. Ha iniziato con naturalezza a raccontarla attraverso la macchina fotografica: le strade vuote, i posti di blocco, le prime mascherine, ma soprattutto le mura domestiche abitate dagli affetti più cari.
Una cattività intima e per tutti noi presto divenuta estremamente familiare, che grazie a Reuters ha fatto il giro del mondo e delle testate nazionali e internazionali, mostrando anche all’estero quello che stava accadendo in Italia, al di là dei sensazionalismi. In un momento in cui diventava impossibile spostarsi, l’agenzia britannica si è affidata a Marzio, autodidatta che si era avvicinato alla fotografia appena pochi anni prima, ma che con il suo sguardo e le sue indiscutibili doti ha realizzato quello che probabilmente è il sogno di tutti i fotografi.
Le ossa se le era fatte in viaggio con la moglie Chiara e la figlia Bianca, dagli Stati Uniti all’Iran, nei Balcani e nei Paesi dell’ex Unione Sovietica, dove ha cominciato sempre via Instagram a restituire tragitti ed esperienze in immagini e parole, con un racconto sempre autobiografico e personale capace di includere lettori e insieme di divertirli.
Per viaggiare però, come sappiamo ormai bene nel 2021, non bisogna per forza andare lontano: ecco che un tragitto poco considerato come quello del fiume Po, percorso da Marzio in kayak nell’arco di due settimane, da Torino (circa) a Venezia, può diventare un’esperienza inaspettata, in cui il contatto con la natura e soprattutto con coloro che abitano le sue sponde si fa immediato e diventa questione di sopravvivenza. In balia non solo delle acque, ma anche del vento e delle condizioni atmosferiche, che in un attimo possono trasformarsi in estremamente pericolose, Marzio ha imparato ad approfittare dell’ospitalità di chi ha deciso di accordargli la propria fiducia e di farsi da lui ritrarre per diventare parte della narrazione.
L’iniziativa, battezzata “Un Po mio”, è stata sostenuta grazie a un crowdfunding di successo il cui ricavato è stato da Marzio devoluto all’Associazione Luca Noli di Dolianova, paese in cui il fotografo ha vissuto per più di vent’anni, per supportare la prossima scuola di architettura per ragazzi. Per ascoltare il racconto di Marzio Toniolo, non perdete la nuova puntata del podcast di FrameS!