
Ritorno a New York, un viaggio fotografico
1 Marzo 2022
Fino a pochi mesi fa la sola idea di imbarcarmi per un viaggio verso gli Stati Uniti sarebbe sembrata fantascienza. Per vari motivi, non ultimo le difficoltà legate a ogni spostamento durante la pandemia, la mia distanza da New York, dai colleghi di lavoro e anche dalle sue ispirazioni e suggestioni sembrava essersi decuplicata.
Per il mio ritorno in città ho pensato di coinvolgere i lettori del mio profilo instagram in una specie di condivisione virtuale, anche se a distanza, nelle varie tappe che avevo in mente. Legandole il più possibile , naturalmente, al tema della fotografia, anche se in modo, spero , diverso dal solito. Per ogni tappa, una parola fotografica ed una notizia particolare.
Che New York sia meta di turismo da location (qui sono stati girati film e serie tv più che noti, scene famose sino alla iconizzazione) è cosa risaputa, ma non è sempre facile scoprire invece il sottotesto di natura fotografica, anche attraverso semplici curiosità. Spero che ripercorrere il viaggio qui vi possa dare qualche suggerimento per la prossima venuta in città.
La prima tappa è forse quella maggiormente turistica e commerciale; complice un giro aziendale nel negozio Nike sulla quinta strada (consiglio una visita, è davvero una casa della innovazione ed un luogo incredibile) , ho pensato di menzionare l origine del marchio Jordan, derivante da un famoso scatto del fotografo Rentmeester che generò una disputa legale contro Nike in tema di unicità.
Fu lui a ispirare il logo poi divenuto famosissimo, anche se la sua foto venne poi riprodotta e lievemente modificata , sancendo la fine delle sue pretese legali.
Anche il nuovo store dedicato a Harry Potter è capace di trascinare in un mondo parallelo il visitatore e vale una tappa, sia da fotografare che per scoprire gli autori del mondo visuale della saga della Rowling. Che diede ampio spazio ai temi della fotografia, tanto da inserire un personaggio reporter (nella versione italiana Colin Canon) nella saga.
New York va certamente vista dall’alto, possibilmente al tramonto, dal Top of the Rock. E’ vero, ci sono punti di osservazione della città più moderni, ma solo da qui potrete davvero respirare l’imponenza dei grattacieli dei roaring 20 ‘s quando migliaia di operai si affannavano a costruire una città tutta nuova, che aspirava al cielo. A questa location è legato uno degli scatti più riprodotti del mondo, quello degli undici operai sospesi mentre pranzano (Lunch atop a skyscraper) la cui paternità non è chiara (alcuni dicono Ebbes ma non è sicuro), dato il grande fermento fotografico del momento.
Una giornata al museo (che siano Moma , Guggenheim o Metropolitan tutti valgono la visita) puo’ includere anche un tour fotografico (ogni museo ha collezioni interessantissime di foto d’epoca o temporanee di grandi autori) ma per rappresentare le sfide di NYC ho scelto l’esperimento ardito del professor John Draper: fu il primo, nel 1840, a scattare una foto convincente della luna dal tetto del suo laboratorio della NYU. La foto è oggi conservata al MET.
Se si è in cerca di ispirazioni e storie legate ad arte e fotografia sarà difficile ripercorrere le orme della factory di Warhol (cambio’ almeno quattro indirizzi e molti di essi sono ormai stati totalmente ristrutturati o perduti), ma c’è ancora la possibilità di osservare dall’esterno il mitico Chelsea Hotel , che per un po’, tra gli altri (tra cui Kerouac, Morrison, Arthur Miller) ospito’ nella stanza piu piccola di tutte una coppia vulcanica dal futuro complesso e radioso; Robert Mapplethorpe e Patti Smith. Molto è stato detto sulla loro collaborazione artistica ed umana e molti sono i libri da suggerire in proposito per ripercorrere un’epoca unica (l hotel sta per diventare un luogo lussuoso molto lontano dallo spirito da comune che lo aveva animato negli anni 70 e 80).
In una città che cambia sempre diventa emblematica la trasformazione della zona del Meatpacking, la vecchia area del confezionamento carni, oggi rinomata zona di store di lusso e architetture ardite. Il cambiamento radicale del luogo è documentato dai fotografi newyorchesi che qui scattavano negli anni ‘90. Ottimo ad esempio un progetto di confronto tra ieri ed oggi creato da Brian Rose
Se avete voglia di fare una puntatina in un vero tempio dell’attrezzatura fotografica, non potete perdervi B&H al 420 della 9th. Oltre ad essere il negozio di fotografia e dintorni più imponente degli Stati Uniti, è considerato un baluardo vero per tutte le americhe, grazie ai suoi numerosi servizi online. E qui naturalmente potete trovare anche noi.
In ordine sparso, restano imperdibili : la zona del World trade center, oggi ridisegnata anche dall imponente spazio creato da Calatrava accanto a dove sorgevano le torri gemelle; il vecchio Times Square all’ora delle svendite a metà prezzo dei biglietti per i musical di Broadway (proprio dietro la scalinata, da TKTS); il panino al pastrami iconico di Katz’s; un brunch veloce dal francese in terra americana Balthazar; un pranzo alla casa galleggiante all’interno di Central Park; una passeggiata dalle parti di Washington square che include anche un giro al bookstore della New York University ed un espresso al Caffè Reggio, che li serve da più di cento anni.
Prima di partire per il viaggio vi consiglio di portare con voi una raccolta di lettere scritte che hanno come tema New York (l’autore è Shaun Usher) per viverla anche attraverso le parole di indimenticabili protagonisti. E di nuovo ritorna Calvino: “L’America (o meglio New York che è una cosa a sé) non è il paese dell’imprevisto, ma è il paese della ricchezza di vita, della pienezza di tutte le ore della giornata, il paese che ti da il senso di svolgere una enorme attività anche se in realtà combini poco; il paese dove la solitudine è impensabile.”
Stefania